Difesa dall’afide su pesco in regime di agricoltura biologica: prove di campo
Articolo scritto da NICOLA ACINAPURA
Pubblicato su L.A.Me.T.A – www.lameta.info
Una delle più complicate avversità fitopatologiche da gestire in regime di agricoltura biologica è senz’altro l’afide: diverse specie di questo temuto insetto arrecano danni irreparabili ai frutti e, nei casi più gravi, anche alle piante. Difatti, grazie al suo elevatissimo potenziale riproduttivo, un successo parziale sull’abbattimento della popolazione può trasformarsi in un insuccesso nell’arco di pochi giorni.
Dopo oltre 10 anni di esperienze personali per cercare metodi e prodotti fitosanitari funzionali per il controllo di questo insetto in regime di agricoltura biologica nell’azienda agricola di famiglia, oggi ho deciso di condividere la mia esperienza per apportare un contributo tecnico alla comunità.
Materiali e metodi
Varietà piante di pesco su cui sono state eseguite le prove:
• Maria Delizia (pesca a polpa bianca matura ad agosto);
• Nectaprima (pesca noce a polpa gialla matura a fine maggio);
• Big Bang (pesca noce a polpa gialla matura nella prima decade di giugno);
• Ruby Rich (pesca a polpa gialla matura nella seconda decade di giugno).
Specie di afidi riscontrate in campo:
• Myzus persicae (afide verde del pesco);
• Pterochloroides persicae (afide lignicolo delle prunoidee);
• Brachycaudus schwartzi (afide bruno del pesco);
• Hyalopterus amygdali (afide farinoso del pesco);
Prodotti ammessi in agricoltura biologica usati nelle prove:
• Diractin prodotto dalla Serbios (Principio attivo: Azadiractina);
• Asset prodotto dalla Serbios (Principio attivo: Piretro);
• Rotena 43 della Serbios (Principio attivo: Rotenone, utilizzo ammesso fino ad 30 Aprile 2012);
• Agrol E della Serbios (Principio attivo: Olio Bianco);
• Boundary della Icas (olio vegetale estratto da piante grasse);
• Hunter della Icas (olio vegetale estratto da radici).
Svolgimento delle prove
Sono state effettuate delle prove con diverse miscele di seguito riportate. Da premettere che tutte le piante erano state preventivamente trattate, nella fase dei bottoni rosa, con una miscela di Rotena 43 ed Olio bianco entrambi alla dose di 500 ml/hl, volume di 10 ql di soluzione per ettaro. Le prove sono cominciate nel momento in cui sono stati avvistati i primi focolai. Tutte le miscele sono state acidificate con l’utilizzo di aceto di vino bianco alla dose di 250 ml/ql di acqua che ha permesso il raggiungimento di un pH 6.00 circa (pH di partenza: 8.50).
Miscela A:
Rotena 43 (500 ml/hl) + Asset (100 ml/hl) + Olio Bianco (350 ml/hl).
Varietà di pesco trattate: Nectaprima, Big Bang.
Afide rilevato: Brachycaudus schwartzi (afide bruno del pesco), Myzus persicae (afide verde del pesco);
Miscela B:
Rotena 43 (500 ml/hl) + olio bianco (600 ml/hl).
Varietà di pesco trattate: Nectaprima, Big Bang, Ruby Rich.
Afide rilevato: Brachycaudus schwartzi (afide bruno del pesco), Myzus persicae (afide verde del pesco);
Miscela C:
Rotena 43 (500 ml/hl) + olio bianco (600 ml/hl) + Diractin 100 ml/hl + Asset (100 ml/hl).
Varietà di pesco trattate: Nectaprima, Big Bang, Ruby Rich.
Afide rilevato: Brachycaudus schwartzi (afide bruno del pesco), Myzus persicae (afide verde del pesco), Hyalopterus amygdali (afide farinoso del pesco).
Miscela D, su suggerimento del Dott. Umberto Iacobellis:
Boundary (200 ml/hl) + Hunter (150 ml/hl).
Varietà di pesco: Maria Delizia, Ruby Rich, Big Bang, Nectaprima.
Afide rilevato: Brachycaudus schwartzi (afide bruno del pesco), Myzus persicae (afide verde del pesco), Hyalopterus amygdali (afide farinoso del pesco), Pterochloroides persicae (afide lignicolo delle prunoidee).
Risultati
I risultati delle prove sono espressi in percentuale d’individui abbattuti.
Miscela A: 20-25%. Risultato scarso e trascurabile.
Miscela B: 50%. L’aumento della dose di olio bianco ha determinato una maggiore efficacia della miscela, ma solo sugli individui maggiormente esposti all’azione dell’irroratrice, prevalentemente appartenenti alla specie Brachycaudus schwartzi. Il Myzus persicae ha resistito meglio a questo trattamento poiché l’afide tende a localizzarsi all’interno dell’accartocciamento fogliare da lui stesso provocato.
Miscela C: 55 – 60%. Con questa miscela è stato ottenuto un buon risultato, anche se a fronte di una lenta azione di abbattimento da parte del Diractin, ma con una nota dolente: le piante particolarmente infestate presentano una scarsa percentuale di individui abbattuti; risultato scaturito probabilmente dall’impossibilità della pianta di assorbire bene e sistemicamente l’azadiractina per via delle numerose foglie compromesse. In pratica proprio sulle piante più bisognose il numero di individui abbattuti è inferiore.
Miscela D: 85 – 90%. Sorprendentemente questo prodotto di recente introduzione ha ottenuto il miglior risultato: nell’arco di 36 ore ha abbattuto un’elevata percentuale di afidi. A seguito dei dati riscontrati è stato eseguito un secondo trattamento avendo cura di bagnare abbondantemente le sole piante completamente infestate con l’utilizzo di una lancia. Così facendo la percentuale di successo si è elevata anche fino al 98 – 99%.
Tuttavia è stata notata una particolare resistenza da parte dell’afide Hyalopterus amygdali: probabilmente l’abbondante strato ceroso che ricopre il suo corpo lo protegge.
Conclusioni
Come facilmente deducibile dal grafico i prodotti commerciali Boundary e Hunter hanno ottenuto i migliori risultati, a patto che ci sia il contatto tra l’afide e il composto. Per ovviare a questo inconveniente sarebbe opportuno combinare l’ottima azione aficida di contatto di questi prodotti con un agrofarmaco ad azione sistemica (sono ancora in corso altre prove con altre miscele).
Saranno poi condotte in appresso altre prove di campo per valutare l’efficacia dei singoli composti, eventuali fenomeni di resistenza e la dose più opportuna da utilizzare.